La Settimana Mediterranea - 6/2025
Una selezione delle letture più interessanti e utili della settimana su questioni mediterranee, locali e globali. Sezione finale: "La Canzone della Settimana"
Tanto Egitto e Nord Africa in questa “Settimana Mediterranea”. Nella nuova sezione sulla “Canzone della Settimana” si riprende una canzone libica del 2011 per parlare della recente repressione artistica in atto, elemento che - non troppo stranamente - accomuna entrambe “le Libie” attuali.
Egitto – The aftermath of the Gaza war will determine the trajectory of US-Egypt relations, Shahira Amin, MENASource – Atlantic Council
Egitto – As Ethiopia and Israel forge closer water cooperation, alarm bells ring in Egypt, The New Arab
Egitto/Palestina – Egypt to hold emergency Arab summit on 27 February to discuss Palestinian developments, Al-Ahram Online
Libia - Libya’s culture clampdown silences popular rap music, Jennifer Holleis, Deutsche Welle
Libia – A Stable Libya Benefits Everyone, Jebril El-Abidi, Asharq-Awsat
Nord Africa/Iran – Iran’s North Africa Play: A Strategic Bid for Influence in Algeria and Tunisia, Andrea Cellino & Francesco Salesio Schiavi, ISPI Commentary
Marocco/Israele - Morocco selects Israel's Elbit Systems as its main weapons supplier, Alex MacDonald, Middle East Eye
Mauritania – Union Africaine : la Mauritanie achève sa présidence avec un bilan marqué par la médiation des conflits, Zainab Musa, Afrik.com
Mauritania/Algeria/Marocco – En Mauritanie, la compétition Maroc-Algérie se joue aussi sur le plan économique, Jassim Ahdani, Jeune Afrique
Libano – How Hezbollah Ends, Hanin Ghaddar, Foreign Affairs
Siria – Syria’s revolution hangs in the balance. The West must lift sanctions now, Simon Tisdall, The Guardian
Turchia – Topple, tame, trade: How Turkey is rewriting Syria’s future, Aslı Aydıntaşbaş, ECFR Commentary
Palestine – How Gaza Shattered the West’s Mythology, Pankaj Mishra, Foreign Policy
Palestine – Negotiating tactic or not, Trump’s Gaza plan has already done irreparable damage, Ahmed Aboudouh, Chatham House
Medio Oriente – A Paradigm Shift for the Middle East, Elliott Abrams, Foreign Affairs
Medio Oriente – Trump’s Alternate Reality in the Middle East, Hussein Ibish, The Cairo Review of Global Affairs
Medio Oriente – Oum Kalthoum ou la survivance du panarabisme, Layla Hzaineh & Sarra Grira, Orient XXI
Russia/Medio Oriente – Russia’s Navy Faces Collapse in the Middle East: Here’s Why, Brent M. Eastwood, 19FortyFive
Russia/Medio Oriente – Rebalancing Russia’s Mediterranean strategy: From showing the flag to retreating to the gray zone, Anton Mardasov, Middle East Institute
Italia/Medio Oriente – La politica estera italiana in Medio Oriente dopo il 7 ottobre 2023, Maria Luisa Fantappie, Affari Internazionali
La Canzone della Settimana
MC Swat, Hedaa Thawra ( هذه ثورة ) - 2011
Doctor, la canzone di Al-Shami suggerita la settimana scorsa, è ancora prima nella classifica YouTube di Arab Sounds. Questa settimana, invece, è il turno della Libia. Si riprende l’articolo proposto sopra della Deutsche Well, in cui si parla della crescente repressione, da parte delle autorità libiche sia dell’est che dell’ovest, verso la musica rap libica in quanto violerebbe gli standard morali locali e i valori islamici.
In un paese di fatto diviso in due, l’intolleranza per queste espressioni artistiche sembra essere una delle poche cose che uniscono entrambi blocchi, sia quello di Tripoli che quello di Tobruk. Il rap era vietato sotto Gheddafi, ma verso la fine del primo decennio del nuovo secolo ci fu la nascita di un movimento underground che, come anche in altri paesi dell’area che conobbero i fermenti rivoluzionari delle Primavere Arabe, emerse in maniera visibile appena le rivolte iniziarono.
Questo fu, ad esempio, il caso in Libia di MC Swat, autore di “Hedaa Thawra” (This is Revolution), canzone che divenne di fatto l’inno della rivoluzione del 17 Febbraio, canzone in cui incoraggiava le persone a scendere nelle strade e ribellarsi contro il regime di Muammar Gheddafi.
La storia personale di MC Swat, il cui vero nome è Youssef Ramadan Said, è indicativa delle difficoltà che questi artisti hanno trovato, sia in termini di libertà d’espressione che economiche: MC Swat iniziò la sua carriera musicale nel 2007, concentrandosi su temi legati ai problemi sociali ed economici che affliggevano il suo paese. Il 20 febbraio 2011, pubblicò Hedaa Thawra. In quei mesi, la musica rap libica crebbe esponenzialmente in popolarità, con artisti come Ibn Thabit che ottennero un grande seguito, con cui lo stesso MC Swat collaborò in svariate occasioni.
MC Swat continuò a registrare canzoni, ma i suoi testi iniziarono ad essere considerati troppo scomodi per molte delle milizie impegnate nella guerra civile, visto che il rapper accusava molti dei rivoluzionari di essere in realtà come Gheddafi e i suoi. MC Swat ora non è più un rapper, o meglio: ha smesso di produrre musica. Il suo Soundcloud è fermo a cinque anni fa.
Nel 2017, decise di provare ad arrivare in Europa: fece domanda per un visto per la Francia, ma la sua richiesta fu respinta. Allora, decise di provare il viaggio illegale – una novità degli ultimi anni per i libici, visto che loro non erano in genere tra i migranti che partono dalle spiagge della Libia. Nel caso di MC Swat, probabilmente, la notorietà lo aiutò: stando al racconto del Middle East Eye della sua storia, MC Swat iniziò a cercare trafficanti, ma fu uno di loro a trovare lui, visto che un uomo sulla trentina un giorno si avvicinò a lui in un caffè di Tripoli, dove MC Swat era solito andare, offrendogli il viaggio in Italia per 2,000 dollari, e dicendogli “Ti conosco, fai musica rap. I miei cugini ti ascoltano.”
MC Swat raccolsè solo 950 dollari ma riuscì a partire ugualmente, su un piccolo yatch che poi fu lasciato in mezzo al mare. Da stella del rap libico ad harraga. Gli harraga – i migranti che con barche e barchini vari provano a raggiungere le coste europee – sono spesso i protagonisti delle storie dei rapper nord-africani. Uno dei pezzi più conosciuti del rap nord-africano degli ultimi anni è “Me Dayem Welou” di Samara, in cui si parla appunto di harraga, vite periferiche, tentativi di partire, di gente che “ha detto di avere il pacco” ( برا قلي عنده الباكو) dove “pacco” (bakku) è il pacco di banconote raccolte per pagarsi la traversata (questa è la versione della canzone non censurata).
MC Swat, arrivato in Italia, provò a fare domanda d’asilo in Germania, ma fu respinto ed è tornato in Italia. La famiglia vive ancora a Benghazi e MC Swat ha un fratello, rapito anni fa dalle milizie dell’est, di cui non si è saputo più niente. Un destino che ha accomunato molti nella Libia degli ultimi anni. MC Swat, a Benghazi, fini sotto la lente di osservazione delle forze di Khalifa Haftar, che sono le stesse che ora hanno iniziato ad implementare questi divieti.
Tra le tante contraddizioni della Libia odierna, ci sono quelle legate a questi divieti: essi sono implementati da forze di sicurezza spesso legate a gruppi islamisti/salafiti di estrazione madkhalita. I Salafiti Madkhaliti, o meglio alcuni gruppi, nell’est parteggiano per Haftar. Nell’ovest, invece, la principale formazione Madkhalita è quella di Radaa, ferocemente anti-haftariana. Il gruppo di Abdel Raouf Kara - per anni il principale nemico anche dello Stato Islamico in Libia - nell’ultimo mese è salito agli onori delle cronache italiane in quanto Nijeem Osama Almasri, il generale libico alla radice dello scontro con la Corte Penale Internazionale, capo della Polizia giudiziaria, è uno dei pezzi da novanta di questa milizia.
Almasri era stato arrestato a Torino, dove era venuto per andare a vedere la Juventus, di cui è tifoso, allo stadio. MC Mansour Unknown, la stella nascente del rap libico, principale vittima dei recenti divieti nell’est, l’anno scorso pubblicò una canzone intitolata “Del Piero” in cui la sua versione in cartone animato cantava nella sua stanza, vestendo una maglia vintage della Juventus, la maglia di Del Piero che gli fu regalata quando era ragazzino, simbolo della nostalgia per un’adolescenza svanita troppo velocemente a causa dei problemi che il paese ha avuto in questi anni, tema della canzone:
La Juventus è anche la squadra di cui Gheddafi aveva delle quote ai tempi. Insomma: Rapper Libici, Salafiti Madkhaliti, Gheddafiani. Divisi su tutto, ma a quanto pare non sul calcio italiano.
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